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(foto made) |
Condanno l'ignoranza che in questo momento regna sia nelle democrazie
che nei regimi totalitari. Un'ignoranza così forte, spesso così
assoluta, che la si direbbe voluta dal sistema se non dal regime. Ho
riflettuto spesso a quella che potrebbe essere l'educazione del bambino.
Penso che ci vorrebbero delle cognizioni di base, molto semplici, per
cui il bambino saprebbe di esistere in seno all'universo, su di un
pianeta di cui dovrà più tardi preservare, gestire le risorse, e imparerebbe
che egli dipende dall'aria, dall'acqua, da tutti gli esseri viventi, e
che il minimo errore o la minima violenza rischia di distruggere ogni
cosa. Imparerebbe che gli uomini si sono ammazzati fra loro in guerre
che non han fatto che produrre altre guerre, e che ogni paese manipola
la propria storia in modo menzognero così da lusingare il proprio
orgoglio. Gli si insegnerebbe, del passato, quanto basta perché si senta
collegato agli uomini che l'hanno preceduto, perché li ammiri quando
meritino di esserlo, senza farsene degli idoli; né si trascurerebbe
l'insegnamento del presente o di un ipotetico futuro.
Si cercherebbe di
familiarizzarlo con i libri e le cose al tempo stesso; saprebbe il nome
delle piante, conoscerebbe gli animali senza dedicarsi alle orrende
vivisezioni imposte ai bambini e ai giovanissimi col pretesto della
biologia; imparerebbe a prestare le prime cure ai feriti; la sua
educazione sessuale comprenderebbe la presenza a un parto, l'educazione
mentale, la vista dei malati gravi e dei morti. (…) Gli si insegnerebbe
ad amare il lavoro quando il lavoro è utile, e a non lasciarsi sedurre
dalle falsificazioni pubblicitarie, a cominciare da quelle che gli
vantano leccornie più o meno adulterate, causa di carie e diabete
futuri.
Esiste certamente un modo di parlare ai bambini di cose
realmente importanti più precocemente di quanto non si faccia.
Sembra utopica e, nelle circostanze presenti, effettivamente lo è, ma
ciò che è utopico non è necessariamente impossibile. Sarebbe, per la
prima volta, un'educazione umana. E si potrebbe almeno tentare di
indirizzarsi in quella direzione invece di correre rovinosamente nel
senso contrario.
MARGUERITE YOURCENAR