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venerdì 7 ottobre 2011

Quello che manca al mondo


                                          
Quello che manca al mondo è un poco di silenzio
quello che manca a questo mondo è il perdono che non vedo e non sento tutta la gente intorno sogna di cavalcare il temporale quello che serve alla vita è acqua e sale io non sono quell'uomo che aveva un sogno che ne è stato dei sogni di questo tempo?
Di che cosa parliamo in questa vita? Di che cosa nutriamo i nostri figli?

Quello che mancherà domani è un monumento all'uguaglianza quello che manca già stanotte sono mille parole d'amore perché c'è gente che parla d'amore in una lingua morta, sono vivi e gli basta e sanno aspettare, ma in questa estate che sembra piuttosto dicembre non tutto va bene oppure sì, se vi pare.

Quello che manca al mondo lo vedo bene coi miei occhi
quello che manca a questo mondo non lo posso raccontare io non sono quell'uomo che aveva un sogno e nemmeno l'artista che aveva un dono ma anche un solo pensiero fa strada, come tutte le grandi illusioni.

Quello che manca al mondo è un poco di silenzio
quello che manca a questo mondo è il perdono che non vedo e non sento quello che manca al mondo è un poco di silenzio.

giovedì 24 febbraio 2011

The hollow men




Noi siamo gli uomini vuoti
Siamo gli uomini impagliati
Appoggiati gli uni agli altri
Con la testa riempita di paglia. Ahimè!
Le nostre voci aride, quando
Mormoriano insieme
Sono quiete e prive di significato
Come vento nell'erba secca
O zampe di topi su vetri rotti
Nel nostro solaio polveroso
Perimetro senza contorno, pittura senza colore,
Forza paralizzata, gesto senza movimento;
Quelli che sono passati
Con gli occhi fissi, all'altro regno della morte
Ci ricordano - se pure lo fanno - non come perdute
Anime violente, ma solo
Come gli uomini vuoti
Gli uomini impagliati.

Occhi che non oso incontrare in sogno
Nel regno di sogno della morte
Questi non compaiono:
Là, gli occhi sono
Il sole su una colonna spezzata
Là, c’è un albero che dondola
E voci
Nel cantare del vento
Più lontano e più solenne
Di una stella morente.
Non devo essere più vicino
Nel regno di sogno della morte
Devo indossare anche
Travestimenti tanto deliberati
Pelo di topo, piume di corvo, solchi incrociati
In un campo
Fare come fa il vento
Non più vicino -
Non quell’ultimo incontro
Nel regno del crepuscolo

Questa è la terra morta
Questa è la terra del cactus
Qui le figure di pietra
si sono levate, qui esse ricevono
La preghiera della mano di un morto
Sotto il luccichio di una stella morente.
Così è
Nell'altro regno della morte
Destarsi soli
Quell’ora in cui siamo
In un tremito di tenerezza
Labbra che vorrebbero baciare
Dicono preghiere alle pietre.

Gli occhi non sono qui
Non ci sono occhi qui
In questa vallata di stelle morenti
In questa vuota vallata
Questa mandibola spezzata dei nostri regni perduti
In questo che è l’ultimo dei ritrovi
Vaghiamo insieme
Ed evitiamo parole
Ammassati su questa sponda del fiume gonfio
Senza vedere, finchè
Gli occhi non ricompaiano
Come la stella perenne
Rosa multifogliata
Del regno di crepuscolo della morte
Speranza soltanto
Di uomini vuoti.

Facciamo un giro intorno
Al fico fico spinoso
Facciamo un giro intorno
La mattina alle cinque la mattina.
In mezzo tra l’idea
E la realtà
In mezzo tra la volontà
E l’azione
E’ l’Ombra
Perché Tuo è il Regno
In mezzo tra il concepimento
E la creazione
In mezzo tra lo stimolo
E la reazione
E’ l'Ombra
La vita è lunghissima
In mezzo tra il desiderio
E lo spasmo
In mezzo tra la potenza
E l’esistenza
In mezzo tra l’essenza
E la discendenza
E’ l'Ombra
Perché Tuo è il Regno
Perché Tuo è
La vita è
Perché Tuo è il
E' così che il mondo finisce
E' così che il mondo finisce
E' così che il mondo finisce
Non con un bum ma con un sospiro.

T.S.Eliot

giovedì 13 gennaio 2011

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca