“Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete
sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza
in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la
bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto
questo: In piedi Signori, davanti a una Donna!”
Ho sognato di volare tante volte in una una volta in tante, leggera sopra i tetti con un sospiro di gioia nera posandomi sui cornicioni seduta in bilico su un comignolo quanto quanto quanto ho camminato sulle vie ariose dell’orizzonte fra nuvole salate e raggi di sole un gabbiano dal becco aguzzo un passero dalle piume amare erano le sole compagnie di una coscienza addormentata vorrei saper volare ancora in sogno ancora, come una rondine, da una tegola all’altra e poi sputare sulle teste dei passanti e ridere della loro sorpresa, piove? O sono lacrime di un Dio ammalato? Volo ancora, ma nelle tregue del sonno il piede non più leggero scivola via, una mano si aggrappa alla grondaia che scappa vorrei volando volare e riempire di allegrie le spine del buio.