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venerdì 5 giugno 2015

Ci prendono per navi e siamo isole


 
(foto made)

Ci prendono per navi e siamo isole.
Intricate, deserte, che tesori
possiamo offrire a quelli che non giungono?
La nostra costa è dura. Il nostro faro
di voce anzichè luce
non attira, spaventa
e nessun marinaio perduto nella notte
toccherà le spiagge nostre dove ancora
fanno male le orme di quel naufrago
che sapeva del nostro deserto.
La notte, ogni notte, ci promette e ci nega
la strada del ritorno, il tornaviaggio,
l’amore che ci salvi da noi stessi
e la parola che sia detta per sempre.
Ci sono in noi alberi senza nome
stanchi di far ombra e crescere da soli.
Coloro che non partono ma soffrono
di sete di scogliera, amano i porti,
salpano nel sonno, cercano un’altra sete
per appagare la prima, ci osservano,
ci vedono come navi, felici.
Siamo isole.

Juan Vicente Piqueras

4 commenti:

  1. C'era un mio amico che non sopportava stare sulle isole. Si sentiva in gabbia ed era costretto a girare girare come una mosca intorno alla luce. Ecco forse dovremmo guarire da questo fatto di "essere isole" ed avere quest'ansia di evasione come l'aveva il mio amico...

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    1. Sulle isole si sta benissimo, sia che siano mediterranee o tropicali.....vuoi mettere senza traffico e con un grande senso di libertà!!!??? Per non girare come mosche intorno alla luce possiamo trovare sosta presso un'amaca o possiamo evadere da un'isola ad un'altra!!! perchè no??? Certo non restare su un'isola per 27 anni come Robinson Crusoe, ma all'occorrenza una spiaggetta deserta non è affatto male!!!

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